Adivasi – L’altra faccia dell’India

22 Settembre 2014 ufficioassefa

Alcuni dei progetti ASSEFA in corso nel Tamil Nadu riguardano il territorio delle Palani Hills e il villaggio di Thandikudi. In queste zone è presente una minoranza tribale indigena precedente all’immigrazione delle popolazioni indoeuropee. Gli appartenenti a queste minoranze vengono di solito identificati con il nome di “Adivasi”.

Già nei testi sacri per eccellenza, i Veda, si parla di popoli indigeni esistenti nel sub-continente indiano prima dell’arrivo degli Arya (i progenitori degli attuali Indiani).
Nel corso dei secoli gli Arya vennero a contatto e presumibilmente si scontrarono con queste etnie non-arie, i cui discendenti sono gli attuali Adivasi.

I popoli indigeni dell’India sono circa 250 (ma la Costituzione ne riconosce solo 212, che vengono ufficialmente definiti “tribù catalogate”) ed abitano in prevalenza negli stati centrali ed orientali della federazione. Raggiungono complessivamente l’8 % della popolazione indiana: alcuni popoli contano poche migliaia di persone, mentre altri arrivano a qualche milione. Discriminati dalla maggioranza hindu, che ha usurpato le loro terre, vivono da sempre ai margini della società.

Seppur decimati dai nuovi arrivati, hanno resistito ai tentativi di sottomissione e assimilazione rifugiandosi sempre più all’interno, in aree isolate e impervie. Per secoli sono riusciti a mantenere una relativa autonomia continuando a vivere in rapporto simbiotico con l’ambiente naturale che li ospitava, praticando un’agricoltura di base, la caccia, la raccolta di frutti spontanei, il piccolo artigianato e accumulando preziose conoscenze sulle foreste, sulle piante e sul loro uso nell’alimentazione e nella medicina. Con la colonizzazione inglese inizia il processo di deprivazione degli Adivasi delle loro terre e il tentativo di integrarli nel nuovo sistema produttivo in condizioni di semischiavitù.

Dopo l’indipendenza dell’India gli Adivasi videro la loro identità etnica negata o relegata in riserve sempre più minacciate dallo “sviluppo” culturale ed economico. Si è continuato a deprivare gli Adivasi delle loro terre e quindi della loro fonte di sostentamento. Imprese straniere e locali, con il beneplacito dei governi indiani, in nome dello sviluppo industriale ed economico del paese, si assicurano il controllo delle aree abitate dagli Adivasi con le loro ricchissime risorse idriche e forestali. Miniere, strade, dighe, piantagioni, impianti turistici… gli Adivasi sono diventati degli “homeless”!
Con loro la foresta perde i suoi veri custodi, coloro che per secoli sono stati i protettori degli ambienti naturali e della biodiversità, coloro che hanno sviluppato un incredibile patrimonio di conoscenze sulle piante e sui loro svariatissimi usi.

Nonostante le molte disposizioni a favore degli indigeni previste dalla costituzione, sono in aumento i rapporti che documentano l’impressionante livello di povertà, la scarsità di possibilità formative, le malattie e lo sfruttamento delle comunità Adivasi.

Con l’avvio dei progetti ASSEFA, uno degli obiettivi è tutelare la dignità e l’identità degli Adivasi presenti nella zona, garantendo loro opportunità lavorative, educative e servizi sanitari di base. E’ possibile contribuire alla realizzazione di questo progetto utilizzando la nuova interfaccia online.

Vai alla pagina del progetto Thandikudi, che ASSEFA ha avviato a difesa di queste minoranze.